PBN Private Blog Network e Google

Backlink con una rete di blog privata

Autore: Andrea Pacchiarotti
Ultimo aggiornamento: 17 Marzo 2023
Categoria: Web Marketing SEO PBN - Private Blog Network

PBN Private Blog Network
PBN Private Blog Network e Google

La Private Blog Network, il cui acronimo è PBN e che significa Rete di blog privata, potrebbe essere considerata spam da Google perché interpretata come un metodo per ingannare il motore di ricerca allo scopo di ottenere un buon posizionamento in modo artificioso ma, in ogni caso, molti la utilizzano per l'ottimizzazione SEO. La PBN è in effetti finalizzata a ospitare gli articoli inerenti ai siti del proprietario della Rete privata per spingere il blog all’apice della SERP organica. In pratica serve a creare link strategici a favore di un sito di valore per alzare il suo ranking. I proprietari di siti web creano una serie di blog, spesso utilizzando nomi di dominio diversi, e li collegano tra di loro, creando così un insieme di siti web interconnessi. L'obiettivo di una PBN è, dunque, di creare link in entrata (backlink) al sito web principale, aumentando così la sua autorità e il suo posizionamento sui motori di ricerca. Ma, tutto ciò, non è detto sia per forza SPAM, per comprendere meglio cominciamo a capire cos'è realmente una Private Blog Network.

Sommario PBN Private Blog Network

  1. Introduzione alla PBN
  2. Google e Private Blog Network
  3. Domini per la PBN
  4. Ottenere backlink per la Private Blog Network
  5. Smantellare una PBN
  6. Conclusione

Introduzione alla PBN

Realizzare una PBN è oneroso in termini di tempo. Essendo minimalisti, una PBN di 10 siti con una Domain Authority pari almeno 30 misurandola con SEOzoom, porterà via circa 100 ore. Bisogna considerare anche una spesa di centinaia o migliaia di euro: creando una PBN senza CMS si parte infatti da circa 200 euro all’anno e si arriva intorno alle 1500 se costruita con WordPress o simili; certo, esiste anche la versione gratuita realizzata con domini di secondo livello, ma è certamente meno “potente”. Ma farla permette al suo proprietario di ottenere backlink a senso unico (i cosiddetti one-way link) di tipo follow sui quali si ha il totale controllo. Risulta quindi possibile in un batter d’occhio creare, modificare ed eliminare link per fare un lavoro di ottimizzazione quasi in tempo reale, ad esempio decidendo il testo delle ancore e le loro destinazioni; attenzione però perché, come detto, Google non apprezza tale manipolazione e lavora alacremente per scovare costruzioni del genere al fine di penalizzarle (con una PBN si avrebbe però il privilegio di eliminare subito i link responsabili di tale penalizzazione...).
In tal senso questo articolo è scritto a scopo didattico proprio perché contro le linee guida di Google (forse, nell'ottica di piacere a Google, potrebbe anche interessarti l'articolo che parla delle tecniche SEO: White hat SEO, Gray hat SEO e Black hat SEO).

Google odia le Private Blog Network

Una Private Blog Network viene dunque considerata da Google come spamming se riconosciuta come costruzione artificiale di una rete di link; per scampare alla scure del noto motore, e fermo restando che bisogna fare in modo che il network costruito abbia comunque un tasso qualitativo elevato, è necessario adottare almeno i seguenti accorgimenti per cancellare qualsiasi tipo di traccia possibile e non essere deindicizzati o subire una penalizzazione per unnatural inbound links:

Domini per la PBN

Spesso la PBN viene creata non da zero, ma da domini scaduti che hanno trattato argomenti affini il proprio, con una buona Domain Authority, magari ricevendo backlink di qualità o forse penalizzazioni, in questo secondo caso assicurarsene con il tool Google Search Console (andando su Traffico di ricerca e successivamente su Azioni manuali) o con altri come ad esempio Website Penalty Indicator.
È anche opportuno provare a vedere cosa c’era scritto dentro servendosi della wayback machine, una sorta di biblioteca digitale per estrapolare dati riguardanti i siti web anche scaduti da molto tempo.
Immagina che il sito della Microsoft scadesse domani e non venisse rinnovato: tutte le migliaia di utenti che hanno messo un link verso quel sito andrebbero a toglierlo? Non credo proprio. Il domino continuerebbe a conservare la maggior parte dei link in entrata pur essendo scaduto; immagina di acquistarlo e di tirarci su un sito da posizionare, quei link diventerebbero tuoi!
Tali expired domain, se ci si riesce, possono essere acquistati anche a poco prezzo; per capire quali sono i domini in scadenza ci si può affidare al NIC, acronimo di Network Information Center ovvero il registro che gestisce l’archivio dei domini.
I siti da cui si possono controllare e acquistare domini  in scadenza (alcuni permettono anche di venderli) sono molti, ad esempio:

Ovviamente per risparmiare è anche possibile costruire una PBN tramite domini di terzo livello servendosi di noti CMS come WordPress.com e Joomla.com (o flat CMS che non si appoggiano su un database per memorizzare contenuti), ma anche di servizi come Blogspot, Blogger, Altervista, ecc. e creando una dozzina di siti (o più) con nome di dominio attinenti al sito da posizionare.

Ottenere backlink per la Private Blog Network

Se si vogliono ottenere backlink anche da siti esterni alla PBN la miglior strategia è probabilmente la seguente: fermo restando che ci deve essere una sostanziale attinenza di argomenti tra i sotto siti e che questi devono essere aggiornati e di qualità, una volta contattato l’autore di un altro sito (esterno quindi alla PBN) della medesima nicchia per ottenere un link verso il sito principale della propria rete privata, questo verrà ricambiato con uno o più link dai sotto siti.
Altre vie perseguibili sono l’inserimento nelle directory italiane, nei siti di comunicati stampa, nonché l’acquisto di slot per il guest posting. Ovviamente per massimizzare i vantaggi è bene che l’articolo appaia su blog con molto traffico, che abbiano autorità superiore alla propria, che siano coerenti per argomento e preferibilmente verticali e non generalisti. Monitorando gli accessi al proprio sito da Google Analytics e scorrendo i referral si potrà capire se l’articolo ha generato visite, se la risposta sarà affermativa ciò, nel tempo, porterà inevitabilmente ad una migliore posizione nella SERP per la keyword per cui è stato scritto l’articolo.

Smantellare una PBN

Quando per un motivo qualsiasi si deve smantellare una PBN, magari perché ci si è stufati o si è raggiunto il proprio scopo oppure si è stati scoperti da Google e penalizzati, si può tentare di rientrare dalle spese rivendendo i singoli siti attraverso piattaforme apposite come Sedo o altre, oppure conservando i migliori due o tre domini acquistati (per esempio quelli con più backlink) per riutilizzarli in una rete minimalista, dopo esser rientrato dall’eventuale penalizzazione.

Conclusione

Ricapitolando: le PBN non sono apprezzate da Google, ma se si realizza una rete con contenuti di qualità si riuscirà a gratificare anche l’utenza e di riflesso il nostro amato motore. Un buon consiglio è di non creare più del 20% dei propri link in entrata con una PBN. Forse è il caso di affidarsi a un professionista... contattami ora!

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