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Insediamenti preromani d'altura

Abruzzo - Insediamenti preromani d'altura
Guerriero di Capestrano (VII - VI secolo a.C.)


L’Abruzzo preromano fu abitato, già dalla fine dell’età del Bronzo del Ferro, da varie popolazioni e, per via delle guerriglie tra i centri abitati, questi furono fondati in cima alle montagne e difesi con fossati e mura di cinta.

Sommario Insediamenti preromani d'altura

  1. Abruzzo preromano
    1. Fascia costiera e preappenninica
    2. Zone interne

Abruzzo preromano

Abruzzo - Insediamenti preromani d'altura
Insediamenti preromani d'altura (con alcune città)

Indizi certi di occupazione pressoché stabile delle sommità collinari a favore di sistemi difensivi suggeriti dalla natura stessa dei luoghi, si hanno in varie località dell'entroterra abruzzese già nella tarda età del bronzo, a somiglianza di quanto avvenuto in tempi neolitici:

Solo in tempi successivi le zone montuose si dotarono di fortificazioni più complesse delle semplici asperità naturali. Tali fortificazioni vennero chiamate dagli Italici ocres e dai Romani oppida se destinati a ospitare forme insediative stabili e a proteggere gli animali; castella se riservate a forme di controllo in caso di conflitto e al flusso e riflusso del bestiame negli altri casi, o anche loci muniti.

Fascia costiera e preappenninica

- In territorio frentano:
Monte Pallano, resti di mura megalitiche di Pallanum presso Tornareccio (Ch).
- In territorio marruccino:
Rapino e Colle della Civita presso Roccamorice (Pe).
- In territorio pretuziano:
Piano Vomano di Crognaleto (Te) con la "muraglia dei Paladini"; Magliano di Torricella Sicura (Te) con le "mura dei Saraceni"; Colle del Vento sul versante sinistro del Vomano.

Zone interne

- Al confine tra l'agro amiternino e il territorio vestino:
Colle Munito presso Lucoli (Aq) con un piccolo recinto; una fortificazione simile si trova a S-SO di L'Aquila a una quota di 995 metri a ridosso della piana da cui inizia il tratturo L'Aquila-Foggia.
- Lungo i percorsi pastorali del fondovalle aquilano risalenti verso gli altopiani:
Monte di Cerro con le sue possenti fortificazioni.
- Al limite meridionale della conca:
oppida di Colle Separa, Leporanica, Sinizzo.
- Sulle alture orientali della conca:
oppida di Croce di Picenze (Aq) e Colle del Cerchio.
- Sul lato sinistro della media valle dell'Aterno:
Castellane di San Pio.
- Nell'altopiano di Navelli:
Collemaggiore presso Tussio (Aq), Castellone di Civitarenga (Aq), inserito alla biforcazione del tratturo, Serra di Navelli (Aq).
- Tra la valle dell'Aterno e l'altopiano:
cinque cinte, tra cui quella doppia di Monte Boria.
- Alle propaggini meridionali del Gran Sasso:
recinti di Colle Force, Monte Mattone, Monte delle Croci presso Rocca Calascio.
- Più a Nord Est:
Colle della battaglia con perimetro murario, fossati, necropoli e tracce dell'abitato di epoca romana.
- Al confine con i Peligni:
l'insediamento di Santa Rosa e il recinto sul versante superequano (Superaequum è una delle tre porzioni di territorio in cui i Romani suddivisero il territorio degli antichi Peligni: Superaequum, Corfinium e Sulmo) di Mandra Murata.
- Nella conca sulmonese:
le aree fortificate di Colle Mitra, Castiglione di Pettorano sul Gizio (Aq), Piano della Civitella di Introdacqua (Aq), Piè Tassito, Castelluccio di Prezza (Aq), Cima i Forni.
- Nel settore orientale della conca:
Colle delle Fate di Roccacasale (Aq) con due cinte rinforzate da una terza sul versante a valle, e all'interno dell'arce due cisterne ben conservate.
- Tra la conca di Sulmona e quella superequana:
imponente dispositivo di difesa su Monte Urano.
- Sull'opposto versante dell'Aterno:
Monte Castellano di Molina con tracce d'una fortificazione antica.
- All'interno e intorno alla conca di Sulmona:
Monte Ventola, Colle San Donato, Civitella di Goriano Sicoli (Aq), Colle Cipolla affiancato dalla necropoli di località Le Castagne, Colle Cerreto.
- Al confine della Marsica:
Piano del Baullo.
- Nella Marsica:
Rocca vecchia di Pescina (Aq), La Scodata, Colle Santa Croce, Colle Arienzo, Vico.

I precoci contatti con l'area laziale e con Roma, attraverso le migrazioni marse e la fondazione di Alba Fucens e Carseoli, accelerarono l'urbanizzazione di alcuni centri anche se gran parte del paese, a detta di Silio Italico, ancora nel I secolo d.C. era popolato di numerosi castella senza nome. Il racconto liviano segnala comunque accanto all'omonimo castellum ad lacum Fucinum espugnato dai Romani nel 408 a.C. anche i nomi di alcuni oppida: Plestina, Fresilia e Milonia conquistati nel 302 a.C.; Feritrum, espugnato nel 294 a.C.
Troviamo poi:
- Il municipio di Antinium nell'alta valle del Liri.
- Anxa (o Anxanum) probabilmente l'attuale Arciprete presso Ortucchio (Aq) collegato prima della Guerra Sociale col sovrastante recinto fortificato di Monte Praticelle.
- Il municipio marso di Lucus Angitiae il cui primitivo polo aggregante s'individua nel santuario della dea.
- Sempre nella marsica v'è Giostra di Amplero altro esempio di città santuario.
- Insediamenti fortificati Equi sono stati individuati sulle alture sovrastanti Magliano dei Marsi (Aq), Scurcola marsicana (Aq) e Corona (Aq), in località Ruola, Monte San Nicola, Colle Castellano, Monte la Difensuola.
- La stessa Alba Fucens potrebbe essere stata costruita su un preesistente luogo munito, identificabile forse con l'anonimo castellum ad lacum Fucinum menzionato da Livio.
- Nell'alto Sangro troviamo il recinto di Selva del Monaco presso Roccacinquemiglia (Aq) e il castello superiore di Castel di Sangro (Aq).
- Nell'altro estremo dell'altopiano vi sono le fortificazioni di Civitalta che affianca il grande complesso del Curino con i resti dell'insediamento sannita di Aufidena, forse identificabile con l'attuale Ofena (Aq), e la necropoli di Campo Consolino.
Da menzionare sono anche:
- Le mura poligonali di Monte di Maio, Monte Pidocchio, Monte Calvario - Montenerodomo (Ch) - e la sabina Interocrea attuale Antrodoco (Ri), tra l'Abruzzo e il Lazio.
- Colle della civita presso Raiano (Aq), Colle San Giovanni di Prezza (Aq), Pettorano sul Gizio (Aq), Cerchio (Aq), Aielli (Aq), Ortona (Ch) e in altri siti sparsi un po' ovunque nella marsica e anche a L'Aquila troviamo mura poligonali al di sotto della cinta medievale.

Dunque lungo la dorsale appenninica gli insediamenti preromani d'altura rimasero per secoli caratterizzati da questi sistemi di difesa. Con la progressiva romanizzazione dell'Italia centrale l'intera catena di alture fortificate venne smantellata a favore dell'aggregazione in siti pianeggianti situati presso santuari, mercati e importanti vie di comunicazione; inoltre ciò rispondeva ai voleri di Roma non più tollerante verso organismi difensivi che costituirono un duro ostacolo all'avanzata delle sue legioni. 
Solo dopo secoli, allorché i barbari penetrarono in Italia, riemerse la necessità di difendere i luoghi abitati. Progressivamente molti siti antichi vennero così rioccupati utilizzando talora perfino le superstiti strutture megalitiche, dando vita al processo d'incastellamento dell'Abruzzo in età medievale, nel quale il castello di Ocre svolse un ruolo importante (potrebbe interessarti vedere gli stemmi nobiliari abruzzesi).

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