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Borgo fortificato di Ocre | Castello di Ocre

Borgo fortificato di Ocre | Castello di Ocre
Borgo fortificato di Ocre | Castello di Ocre (anno 2000)


Anche se la costruzione è meglio definibile come borgo fortificato sarà nominato anche come castello di Ocre.

Sommario Borgo fortificato di Ocre | Castello di Ocre

  1. Castello di Ocre fino all'anno 1200
    1. Incastellamento dell'Abruzzo
  2. Castello di Ocre dall'anno 1200 al 1500
  3. Castello di Ocre dall'anno 1500 in poi
  4. Castello di Ocre lista occupanti o proprietari

Castello di Ocre fino all'anno 1200

Si hanno poche notizie relative al territorio di Ocre fino a quasi il IX secolo.
Nel vicino territorio di Fossa è stata scoperta una necropoli di grandi dimensioni con tombe databili dal IX secolo a.C.
In quel periodo la popolazione del futuro Abruzzo è sparsa in piccoli nuclei su tutte il territorio, insediamenti preromani d'altura compresi.
Attorno al 290 a.C. l’intera zona vestina cismontana, che ricomprende anche Ocre, fu inglobata nello stato romano e il 27 a.C. nella regio IV Samnium, una delle regioni italiane d'età augustea.
Nel 250 dalla parete del monte Circolo che guarda Fossa (la vecchia Aveia), fu precipitato il santo e martire cristiano Massimo.
Decaduto il potere dell’Impero romano (nel 410 i visigoti di Alarico saccheggiano Roma) il centro Italia patisce le scorribande barbare; i Longobardi, che radono al suolo Aveia attorno alla fine del VI secolo, creano nella regione sette Gastaldati (Amiterno, Aprutium, Forcona, Marsi, Penne, Teate, Valva ripartiti nel Ducato di Spoleto) divenuti in seguito quei Comitati o Contee (nel 1198 Federico II accorperà le contee in un territorio chiamato Justitiarus Aprutii con a capo Sulmona) che daranno vita ai futuri feudi; all’inizio del VII secolo il territorio di Ocre fa così parte del Ducato di Spoleto.
Nel 773 il papa Adriano I, coalizzatosi con i Franchi per estromettere i longobardi, sostiene la venuta in Italia del carolingio Pipino il Breve, padre di Carlo Magno. Nell’801 Pipino entra a Chieti (Teate) sterminandone gli abitanti. Ai guerrieri carolingi vengono date in usufrutto le terre conquistate, ciò fraziona i territori in feudi.
Nell’843 nasce la casata dei Conti dei Marsi poi d’Albe, tra le prime famiglie feudali abruzzesi (nel 926 conte dei Marsi è Berardo detto il Francisco, pronipote di Carlo Magno e capostipite della nobile famiglia Berardi, casata che governò l'area fino al XII secolo; nella seconda metà del XII secolo la contea di Albe fu scorporata da quella dei Marsi ed ebbe come primo conte Berardo Berardi, pronipote di Berardo il Francisco) che governerà sui Gastaldati diventati Comitati (Amiterno, Forcona, Marsica, Rieti, Valva).
Nell’872 viene consacrata, presso Castiglione a Casauria (PE), l'abbazia di San Clemente a Casauria.
Attorno al 930 Ratfredo, abate di Farfa, dà in concessione alcune proprietà (terre coltivate, mulini, ecc.) presenti nella zona di Forcona denominata Ocre, adoperando tale nome per la prima volta.
Alla morte del germanico Lotario di Supplimburgo (1137, Rex Romanorum e d'Italia dal 1125 al 1137 e Imperatore del Sacro Romano Impero dal 1133), Ruggero II di Sicilia (conosciuto come Ruggero il normanno, della dinastia degli Altavilla, primo re di Sicilia dal 1130 al 1154), s’impadronì di tutto il Mezzogiorno. In particolare in Abruzzo inviò il suo terzogenito Alfonso d’Altavilla (o Anfuso) per occupare i territori teatini.

Incastellamento dell'Abruzzo

Dal 1143 l’Abruzzo entra così nell’Italia meridionale di Ruggero: ciò portò al cosiddetto incastellamento normanno. Malgrado la sporadica presenza di fortificazioni databili tra IX e XI secolo (castello di Sassa della metà del IX secolo verosimilmente ubicato presso Genzano di Sassa, e quelli di Camarda, Marana, Preturo, Roio e Sinizzo, tutti probabilmente collegati all’utilizzazione della terra e non a scopo difensivo e situati in zone già indicate con il nome di curtes e villae), soltanto con i normanni (prima metà XII secolo) si ebbe un massivo cambiamento del territorio aquilano dovuto al suo ruolo strategico, adiacente alle proprietà della Chiesa e raccordo con le direttrici commerciali dirette a nord. È evidente lo scopo militare di queste nuove costruzioni fortificate (ad esempio Ocre e Leporanica a sud di L’Aquila e Cascina, Cesura, Barete, Pizzoli a nord) e di quelle preesistenti ristrutturate, che controllano vallate e viabilità. Ruggero permise ai vecchi signori locali di governare tali territori, decidendo di non imporre propri feudatari.
Le fortificazioni erette dai normanni per proteggere i confini a nord erano costruite sulla matrice della motte-and-bailey già presenti in Normadia. La costruzione di Ocre risulta infatti equivalente alla motte-and-bailey di Olivet nella foresta di Grimbosq e allo Château Ganne à la Pommeraye (entrambi nella regione di Calvados, nella Bassa Normandia, alle porte di Caen), o alla shell keep di Restormel Castle presso Lostwithiel (Cornovaglia, sud-est dell’Inghilterra), una sorta di modello insediativo normanno esportato nelle zone occupate dai francesi. Il castello di Ocre era originariamente in legno e solo dopo venne costruito in pietra. Si tratta di installazioni legate alle esigenze di conquista e di fortificazione del sito in breve tempo, alla mancanza di manodopera specializzata e di adeguati sostegni finanziari, nonché alla prassi di conquista normanna, solo la completa conquista del potere ha portato alla liticizzazione.
Attorno al terzo quarto del XII secolo re Guglielmo II il Buono (1153–1189, Re di Sicilia dal 1166 e discendente degli Altavilla normanni, era infatti il nipote di Ruggero II), fa redigere il Catalogus baronum (il catalogo dei baroni è l’elenco dei feudatari normanni e delle loro proprietà) da cui Todino di Collimento, anch’esso discendente diretto dei Conti dei Marsi e quindi di Carlo Magno,  appare come primo feudatario (a domino rege tassato di cinque milites) di Ocre.
Nel 1178 una Bolla papale di Alessandro III attesta, tra i possedimenti della Diocesi di Forcona, la presenza a Ocre di un castrum fortificato.
Intorno al 1222 esso è posseduto da Berardo d’Ocre Conte d’Albe al quale succede il figlio Berarduccio e il nipote Tiballo Francesco. Terminate le successioni dei Conti d’Albe dopo un breve possesso di Boamondo Pissono, Giustiziere d’Abruzzo, il castello passa alla Regia Curia.

Castello di Ocre dall'anno 1200 al 1500

Nel 1226 viene eretto il monastero cistercense di S. Spirito d’Ocre.
Successivamente l’imperatore Federico II di Svevia (1194 - 1250) conferisce, per i servizi prestati come cancelliere del regno, il castello e la baronia di Ocre a Gualtiero di Ocre (erede dei conti d’Albe, proprietari del feudo fin dall’avvento normanno) che, dopo l’interruzione dal 1251 al 1253 del conte Tommaso di Celano, continua grazie a Corrado IV di Svevia (1228 – 1254), figlio di Federico II.
L’influenza di Gualtierio e l’ubicazione strategica del castello, arroccato sui quasi 1000 metri del monte Circolo, fanno sì che esso, nel 1254, scampi all’abbattimento di quasi tutti i castelli del territorio ordinato per favorire il trasferimento dei loro abitanti nella nascente città dell’Aquila.
Quello stesso anno muore Corrado IV al quale succede il fratellastro Manfredi di Svevia che affida il castello di Ocre al Conte Galvano Lancia.
Nel 1266 Carlo I d’Angiò (figlio del re di Francia), nella battaglia di Benevento, sconfigge Manfredi e si impossessa dei suoi beni.
Ripetute rivolte aquilane, sia sotto Manfredi che sotto Carlo I, causano la distruzione dell’Aquila che, sei anni dopo, viene ricostruita; vengono saccheggiati o distrutti anche i castelli del territorio. Quello di Ocre pare cavarsela dato che già nella primavera del 1267 vi soggiornano la regina Beatrice di Provenza, madre di Carlo I, e poi Carlo medesimo, con Egidio di Roceleau probabile castellano a cui succede, dal 1269 a fino quasi il 1283, Morel de Saours (o Morello, Mauriello de Saurgio, Guglielmo Morelli).

Morel de Saours ritratto in S. Maria ad Cryptas (Fossa)
Morel de Saours ritratto in S. Maria ad Cryptas (Fossa)

Nella battaglia di Tagliacozzo del 23 agosto 1268 il guelfo Carlo sconfisse il ghibellino Corradino di Svevia, sancendo la fine degli svevi in Italia e aprendo la strada alla dominazione angioina nel regno siciliano. L’Abruzzo nel 1273 viene suddiviso nelle province citra e ultra, separate dal fiume Pescara.
Tra il 1281 e il 1283 il castello di Ocre è di proprietà del milite Giovanni di Bissone, anno in cui diviene demaniale.
Nel 1293 viene devastato dal popolo aquilano capeggiato da Nicola dell’Isola.
Nel 1294 Carlo II d’Angiò decreta che la tassazione non venga più eseguita sui singoli contadi ma sulla fiorente città dell’Aquila, facendo nascere quella cosiddetta città territorio ancor oggi esistente.
In un atto del Catasto Onciario del 1409 di re Ladislao I di Napoli, noto anche come Ladislao d'Angiò-Durazzo, Ocre e Fossa vengono nominate disgiuntamente, dunque non rappresentano più la medesima baronia, ciò accadde almeno dal 1351 dato che è in quella data che si ha la prima controversia tra queste due università, cioè tra questi due comuni.
Nel 1423 Alfonso V d’Aragona, detto il Magnanimo, assegna la signoria dell’Aquila ad Andrea Fortebraccio, noto come Braccio da Montone, ma la città lo rifiuta e lui, il 12 maggio dello stesso anno, la cinge d’assedio. Vengono conquistati i castelli del contado, tra cui quello di Ocre. Assalta L’Aquila ma viene respinto grazie alle milizie poste sotto il comando del nobile condottiero aquilano Antonuccio Camponeschi. Giungono finalmente in aiuto i soldati di Giovanna II d’Angiò e di papa Martino V sotto il comando di Jacopo Caldora, e il 2 giugno, in contrada Bazzano, avviene la battaglia finale con la morte di Braccio. Passano pochi giorni e viene liberato anche il castello di Ocre. Alcuni testi riportano che il tesoriere del Fortebraccio Gaspare Bonanno, probabile capostipite dei successivi Bonanni baroni di Ocre, si nasconde a San Martino d’Ocre.
Nel 1481 Ocre si assoggetta alla giurisdizione dell’Aquila allo scopo di ricevere protezione.

Castello di Ocre dall'anno 1500 in poi

La peste del 1503 porta a Ocre delle vittime, mentre nello stesso anno gli spagnoli conquistano il Regno di Napoli; per L'Aquila tramonta qualsiasi idea di autonomia, ciò causa un suo rapido declino.
Dal 1520 il territorio aquilano assiste alle lotte tra Carlo V d’Asburgo e Francesco I di Francia. Gli eserciti, durante il loro peregrinare, depredano città e territori limitrofi (nel 1526 i francesi di Odet de Foix, dopo gli spagnoli di Sciarra Colonna). Ciò causa nel 1528 la ribellione del popolo che, all’inizio del 1529, viene sedata dal principe d’Orange, Filiberto di Chalons e dai suoi 2.500 lanzichenecchi. L’Aquila, depauperata dai saccheggi, non poté saldare i 120.000 ducati di sanzione e dovette ricorrere al prestito concessogli da alcuni mercanti. La stessa Ocre, nel 1530, deve restituire 1.600 ducati. L’Aquila non può neanche più esercitare la giurisdizione sui castelli del territorio, i quali vengono infeudati: quello di Ocre viene dato, dal 1529 al 1554, a Domingo Lopez d’Azpeitia.
Nel 1541 la Regia Camera decreta l’illegittimità degli atti di Filiberto di Chalons stabilendo che L’Aquila, dietro indennizzo ai proprietari dei castelli, può riaverne il possesso.
Le famiglie feudali aquilane iniziano a rimpiazzare gli spagnoli. Nel 1554 poiché undici castelli del contado aquilano erano tornati alla Regia Corte per linea finita la città decide di acquistarli per 11.357 ducati; l’amministrazione di questi castelli viene affidata al Capitano della città (dal contratto risulta che la rendita annua del castello di Ocre è di 100 ducati).
La città non potendo però pagare cede i castelli con patto di retrovendita al napoletano Diomede Carafa nel 1558 per 25.000 ducati aumentati nel 1560 a 30.000; dopo trattative tra la Corte, il Carafa ed Elisabetta Pica i feudi di Ocre, Onna e Barete passano a quest’ultima nel 1563 e dal luglio 1565 al 25 agosto 1572 barone d’Ocre è Giovanni Antonio Porcinari e, dopo questo, fino al 1578, Prospero, entrambi figli di Elisabetta. Successivamente passa ai Caracciolo, ai del Pezzo, ai Citarella.
Dal 1600 al 1612 barone di Ocre è Bartolomeo Fibbioni: il padre, per 10.000 ducati, acquistò infatti il feudo.
Nel 1619 questo viene messo all’asta e acquistato da Alessandro Pica per 9500 ducati.
Il 3 maggio 1626 un arbitrato, per risolvere un lungo conflitto tra i Bonanni e i Pica, sancisce la vendita del feudo di Ocre ad Andrea Bonanni, primo barone di Ocre della famiglia, per 16.000 ducati.
Nel 1656 il comune è colpito in maniera lieve dalla peste.
Ancora oggi alcuni discendenti dei Bonanni risiedono a Ocre e, a parte l’abolizione nel 1806 della feudalità da parte del re Giuseppe Bonaparte (la cui riforma amministrativa aveva inserito Ocre nel circondario di Bagno nel distretto dell’Aquila), e dei privilegi nobiliari nel 1956, hanno conservato il possesso del castello fino al 1956, quando Antonio Bonanni (Tonino per gli amici) lo vendette a Fulvio Nardis, famiglia che tuttora detiene i resti del borgo fortificato.

Ocre Castello o Borgo fortificato
Castello o Borgo fortificato di Ocre

Castello o Borgo fortificato di Ocre Ricostruzione fortificazione normanna
Castello o Borgo fortificato di Ocre Ricostruzione di una fortificazione normanna

Castello o Borgo fortificato di Ocre Ricostruzione fortificazione normanna
Castello o Borgo fortificato di Ocre Ricostruzione della fortificazione normanna

Le dinamiche insediative, costruttive e finali del castello di Ocre sono schematicamente riconducibili alle seguenti fasi:
a) tardo XI (1070-1080), inizio XII secolo: insediamento concomitante con l’invasione normanna e l’incastellamento del territorio. Si riconoscono buche per palo e fosse granarie relative alla motte-and-bailey di legno che include l’abitato ubicato nel ballium (bailey in inglese e baglio in italiano, cioè il villaggio difeso da mura antistante il vero fortilizio, che rappresenta una prima linea difensiva custodita da abitanti autoctoni di ceto medio: artigiani, mercanti e piccoli proprietari, non contadini che invece erano stanziati a ridosso dei terreni agricoli; nel ballium sono state rinvenute 25 cellule abitative a due piani con fosse granarie che danno idea del reddito enorme del castello: c'erano 60/70 fosse granarie per conservare derrate alimentari, ciascuna era come un grande silos per 1500 kg di derrate come farro, orzo, ceci, grano, ortaggi), la motta (con compiti di avvistamento e ultima difesa prima di arrivare al donjon, la residenza nobiliare) e l’alta corte. L’intero insediamento doveva essere completamente circondato da un fossato asciutto ricavato nella roccia di cui, oggi, restano tracce lungo la cortina muraria del castello, mentre il fianco risulta difeso dalla naturale inaccessibilità del pendio. Anche la motta e l’alta corte dovevano essere difese con lo stesso sistema
Castello o Borgo fortificato di Ocre Ballium
Castello o Borgo fortificato di Ocre Ballium

b) inizio XII secolo (più o meno 25 anni dopo l’insediamento): liticizzazione dell’insediamento di legno
c) prima metà del XIII secolo: progressivo abbandono del ballium esterno e ampliamento della bassa corte nobile, con la realizzazione di alcune cisterne e di edifici in appoggio al donjon
d) fine XIII e XIV secolo: con l’entrata in campo degli Angioini (nel 1266 L’Aquila si sottomise spontaneamente a re Carlo I d’Angiò) vennero innalzate torri a pianta quadrata, torri rompitratta lungo le mura e costruite feritoie. V’è il definitivo abbandono del ballium, l’ampliamento dell’alta corte e bassa corte principale e l’inglobamento della motta nel nuovo fortilizio. L'ingresso ogivale databile a inizio XIV secolo manca di saracinesca e ponte levatoio per cui potrebbe essere stato a battenti. Il fossato asciutto, sotto l'attuale ponte di accesso ricostruito, fa pensare alla presenza del ponte levatoio a ridosso della torre circolare a una trentina di metri dall'ingresso. Queste modifiche diedero al fortilizio la conformazione attuale, quella cioè di borgo fortificato: esso copre una superficie di circa 6.000 metri quadrati e ha una conformazione vagamente triangolare di circa 70 x 180 x 220 metri. La cinta muraria, lunga 470 metri, è intervallata da tre torri d’angolo e tre rompitratta a pianta quadrata. Anche l’interno viene modificato con assi viari ortogonali che originano lotti costanti formati da 63 edifici
Castello o Borgo fortificato di Ocre Ponte
Castello o Borgo fortificato di Ocre Ponte


e) 1423: durante l’assedio delle truppe dal capitano di ventura Braccio da Montone, il castello subì ingenti danni che portarono, nel secolo successivo, alla perdita del suo ruolo difensivo e a un graduale declino; già agli inizi del XVI secolo Ocre non viene più nominato come castrum ma come villa, con gli abitanti che a poco a poco lasciano il borgo fortificato.
La scoperta di un bell’affresco della seconda metà del XII secolo di 175 x 210 cm (oggi conservato nel Museo Nazionale d'Abruzzo MUNDA a L'Aquila e raffigurante una Madonna con Bambino tra due figure) indica la presenza di una cappella anteriore all'attuale fortificazione. Castello o Borgo fortificato di Ocre Affresco

Castello o Borgo fortificato di Ocre Madonna con Bambino tra due figure. Anno 1150-1175

La pittura, parte di un’opera più ampia, era ubicata nel recinto su una parete che poi venne inglobata nella cortina a ridosso della torre circolare. La chiesa nell’angolo sud del borgo (dedicata a San Salvatore inter castrum Ocre, costruita su tre navate con abside finale di cui sono stati riscoperti i basamenti esagonali le cui colonne sono uguali a quelle della Basilica di Collemaggio, San Bernardino, alle chiese di capoquarto e alle chiese più importanti d’Italia come S. Croce: ciò fa capire l’importanza di questo borgo), databile a inizio XV secolo e che nel 1581 risulta diroccata, potrebbe essere ubicata su un precedente fabbricato cultuale dato che la viabilità interna confluisce proprio su tale luogo, il più elevato dell’insediamento.

Castello o Borgo fortificato di Ocre Pozzo
Castello o Borgo fortificato di Ocre Pozzo

Castello o Borgo fortificato di Ocre Rovine
Castello o Borgo fortificato di Ocre Rovine

Castello di Ocre lista occupanti o proprietari

  1. Todino di Collimento (Conti dei Marsi e primo feudatario)
  2. 1222 circa Berardo d’Ocre (Conte d’Albe)
  3. Berarduccio (figlio del Berardo precedente)
  4. Tiballo Francesco (nipote del Berardo precedente)
  5. Boamondo Pissono
  6. Regia Curia
  7. Gualtiero di Ocre (erede dei conti d’Albe)
  8. 1251 - 1253 conte Tommaso di Celano
  9. 1254 Gualtiero d'Ocre
  10. 1255 conte Galvano Lancia
  11. Primavera del 1267 vi soggiornano la regina Beatrice di Provenza, madre di Carlo I, e poi Carlo medesimo, con Egidio di Roceleau probabile castellano
  12. 1269 - 1283 Morel de Saours (o Morello, Mauriello de Saurgio, Guglielmo Morelli)
  13. 1281 - 1283 milite Giovanni di Bissone, anno in cui diviene demaniale
  14. 1529 - 1554 Domingo Lopez d’Azpeitia
  15. 1554 poiché undici castelli del contado aquilano erano tornati alla Regia Corte per linea finita la città decide di acquistarli; l’amministrazione di questi castelli viene affidata al Capitano della città
  16. 1558 Diomede Carafa
  17. 1563 Elisabetta Pica
  18. Luglio 1565 - 25 agosto 1572 Giovanni Antonio Porcinari (figlio di Elisabetta precedente)
  19. 1572 - 1578 Prospero (figlio di Elisabetta precedente)
  20. Caracciolo
  21. del Pezzo
  22. Citarella
  23. 1600 - 1612 Bartolomeo Fibbioni
  24. 1619 feudo di Ocre messo all’asta e acquistato da Alessandro Pica
  25. 3 maggio 1626 Andrea Bonanni. In seguito i suoi discendenti lo detengono per oltre 3 secoli fino al febbraio del 1956
  26. Febbraio 1956 - oggi Famiglia Nardis

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Il castello di Ocre ha subito gravi danni con il terremoto del 2009 rendendo sconsigliato anche il semplice accesso. Sarebbe augurabile di pervenire rapidamente a una compartecipazione tra pubblico e privato per il restauro di una zona ad alto valore archeologico e culturale.

Castello di Ocre su Google Maps

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