Linguaggio di programmazione Java

Introduzione a Java

Autore: Andrea Pacchiarotti
Ultimo aggiornamento: 12 Febbraio 2023
Categoria: Programmazione Java

Programmazione Java
Linguaggi di programmazione Java

Un'interessante introduzione al linguaggio di programmazione Java corredata da alcuni esempi pratici con relative spiegazioni.
È possibile ottenere la certificazione Java se si dà prova evidente delle proprie competenze: per maggiori informazioni è disponibile il link education.oracle.com/certification

Sommario Linguaggi di programmazione Java

Introduzione a Java

Java è un linguaggio di programmazione ad alto livello, orientato agli oggetti (OOP), creato per essere indipendente dall’hardware di esecuzione attraverso la compilazione in un codice binario intermedio (bytecode) prima e tramite l’interpretazione da parte di una Macchina Virtuale chiamata JVM (Java Virtual Machine) poi: questa particolarità causa una minore velocità rispetto ai linguaggi direttamente compilati come ad esempio C++, ma una maggiore portabilità.
Nel 1992 nasce il linguaggio Oak della Sun Microsystems (acquistato da Oracle nel 2010) a opera di un gruppo di sviluppatori con a capo James Gosling. Oak prese successivamente il nome Java (Java 1 è del 1995); la sintassi di base di questo linguaggio è stata mantenuta simile al C in modo da facilitarne l’adozione da parte degli sviluppatori di quest’ultimo. Per le caratteristiche orientate agli oggetti ci si è ispirati a C++ e Objective C.
Java dovrebbe risultare più semplice rispetto a C++ dato che manca dei costrutti legati alla gestione dei puntatori e della memoria, per quest’ultima si basa infatti su un sistema detto garbage collection in cui la memoria viene automaticamente assegnata e rilasciata in base alle esigenze del programma. I programmi non sono compilati in codice macchina ma in un bytecode che non è eseguito direttamente dall’hardware ma che va interpretato da un altro programma, la macchina virtuale. Ciò fa sì che lo stesso codice possa essere eseguito su più piattaforme trasferendo il bytecode (non il sorgente) purché si abbia una JVM: da qui nasce l’acronimo WORA, write once, run everywhere. Scrivi una volta, esegui ovunque.
Java e JavaScript non hanno invece quasi nessun parallelismo: il nome è simile per motivi di marketing.

Schematizzazione della compilazione ed esecuzione di un programma:

1 Editor
es. Blocco note,
Eclipse

2 Codice sorgente
.java

3 Comando javac
Compilazione

4 Bytecode
.class

5 Comando java
Esecuzione

Tecniche di programmazione

Esistono i metodi di programmazione:

Programma compilato e interpretato

Un programma si sviluppa scrivendo codice sorgente in un certo linguaggio.
Linguaggi come FORTRAN,  COBOL , C-based (C, C++, C#) .NET, Objective-C, Visual Basic, ecc. sono linguaggi compilati e seguono questi passi:

I linguaggi compilati hanno ottime prestazioni.
Nei linguaggi interpretati, ad esempio PHP o Perl, il codice sorgente viene invece interpretato al volo da un programma chiamato interprete che traduce istantaneamente il codice sorgente in linguaggio macchina; ad esempio quando il codice PHP viene elaborato, restituisce una pagina HTML pura.
I linguaggi interpretati hanno alta portabilità, ma problemi relativi al carico di lavoro maggiore per il processore (che ogni volta deve elaborare la pagina) e nella ricerca di errori nel codice sorgente.

Java è una via di mezzo, è sia compilato che interpretato: il codice sorgente viene compilato in un formato intermedio (chiamato bytecode) che fornisce un file con estensione .class, il quale viene interpretato dalla Java Virtual Machine (JVM), che ha il compito di interpretare al volo le istruzioni bytecode in istruzioni per il processore ed eseguire il programma. È uno dei  punti di forza del Java, che lo ha reso portabile verso ogni piattaforma. Questa metodologia implica inoltre la possibilità di controllare eventuali errori del codice sorgente (grazie alla compilazione), di creare programmi relativamente leggeri (il bytecode è un formato che crea file di dimensioni ragionevoli), ma ha prestazioni non proprio ottime.

Installare il JDK

Java ha alcune piattaforme principali tra le quali:

Cliccate su www.oracle.com/java/technologies/javase-jdk14-downloads.html per scaricare JDK per Linux, MacOS o Windows. Alternativa OpenJDK. L’installazione è automatica e basta accettare i default.
Per verificare la corretta installazione eseguite la macchina virtuale, ad esempio aprendo il prompt dei comandi e scrivendo:
java -version

Primo programma in Java e IDE

È raro scrivere un programma totalmente a mano perché di solito ci si fa aiutare da un IDE (ad esempio, Eclipse), ma si potrebbe usare anche il Blocco Note. In tal caso bisognerebbe:

javac C:\Users\Andrea\Desktop/Primo.java
la cui esecuzione dovrebbe produrre, accanto al file .java, il file Primo.class (in bytecode)
ma in realtà darebbe un errore del tipo:
PrimoProgramma.java non è riconosciuto come comando interno o esterno, un programma eseguibile o un file batch
perché anche se il compilatore JDK è installato, la cartella del compilatore non è inclusa nell'ambiente di lavoro del sistema operativo (oltre al fatto che il file risiede sul percorso C:\Users\Andrea\Desktop). Vanno allora impostate le variabili d’ambiente.
Il compilatore javac si trova nella cartella bin di JDK, ad esempio il mio è nel path
C:\Program Files\Java\jdk-14.0.2\bin
Per usare il compilatore devo allora includere questo percorso nelle variabili di ambiente del sistema. Vediamo come su Windows:

Il tutto risulterebbe macchinoso in modo evidente. Che fare per alleggerire il lavoro?
La soluzione è utilizzare un IDE (Integrated Development Environment) di sviluppo (ad esempio NetBeans, Eclipse, IntelliJ) che velocizzano il lavoro; esso consente ad esempio la colorazione del codice, il suo auto completamento e le minore laboriosità. Per l’eventuale generazione dei file jar e la gestione complessiva dei progetti può aiutare un’applicazione come Maven.
Non esiste un IDE migliore perché sono software estendibili con centinaia di plugin. Qui useremo Eclipse, che è utile anche per altri linguaggi. Per installarlo basta scaricare l’archivio ed eseguirlo per esempio dal seguente URL:
https://eclipse.bluemix.netpackages2020-06?INSTALLER-WIN64.
In tal caso scegliete:
Eclipse IDE for Java Developers
The essential tools for any Java developer, including a Java IDE, a Git client, XML Editor, Maven and Gradle integration.
Lasciate le selezioni di default e completate l’installazione. Quando ricevete la schermata che notifica il successo dell’installazione, lanciate Eclipse.
Una volta avviato, viene chiesto di selezionare una directory di riferimento (workspace) dove Eclipse organizza i progetti, anche qui potete lasciare il default.
Per creare un progetto:

  1. cliccare File New Java Project. Si apre una finestra per inserire il Project name (Primo), cliccate Next e poi Finish
  2. Con il tasto destro cliccate su Primo in alto a sinistra e scegliete New Class; nella finestra che compare date il nome alla classe (Prova) e selezionate la casella di controllo public static void main(String[] args), poi cliccate Finish

Comparirà un listato di codice nel quale, dopo la riga
public static void main(String[] args) {
/ TODO Auto-generated method stub

Dovete aggiungere
System.out.println("Ciao mondo");
Fate molta attenzione a maiuscole e minuscole, se ad esempio scrivete Out o PrintIn non funziona.
La riga
// TODO Auto-generated method stub
è un commento e può essere eliminata.
Con il pulsante circolare verde che contiene una freccia bianca posto in alto a sinistra (o dalla voce di menu Run in alto) eseguite il programma e visualizzate l’output (se avete fatto errori verrà segnalato) senza uscire dall’IDE. Verrà anche creato il file .class.
Come vedete utilizzando un IDE non c’è bisogno di usare il prompt dei comandi.
Il file completo è dunque:
public class Prova {
public static void main(String[] args) {
System.out.println("Ciao mondo");
}
}

Classi e oggetti

I programmi scritti con linguaggi di programmazione orientati agli oggetti come Java, sono formati da classi che rappresentano gli oggetti del mondo reale. Questo metodo OOP è dunque basato su due concetti fondamentali:

Per convenzione i nomi:

Ad esempio per una classe AnimaleDomestico dovremmo decidere le azioni (metodi) dell’animale (dormire, mangiare, parlare, ecc.) e gli attributi (anni, altezza, peso, colore)
oppure
per una classe Videogioco ha metodi che dicono cosa possono fare i suoi oggetti (Iniziare il gioco, Terminare il gioco, Salvare il Punteggio, ecc.) e attributi che descrivono gli oggetti (Prezzo, Colore dello Schermo, ecc.) che in Java si potrebbe scrivere con il seguente codice (che comunque non funzionerebbe perché mancante di alcuni elementi tra i quali il metodo main):
public class Videogioco {/Dichiaro una classe pubblica
string colore;
int prezzo;
void iniziareIlGioco () {
}
void terminareIlGioco () {
}
void salvareIlPunteggio(string nomeGiocatore, int punteggio) {
}

Da cui possiamo dedurre che:

Il programma scritto prima potrebbe ora risultare meno oscuro:
public class Prova {
public static void main(String[] args) {
System.out.println("Ciao mondo");
}
}

public class Prova {/dichiaro una classe pubblica Prova. la parola che segue class è il nome del file sorgente senza la estensione .java
public static void main(String[] args) {/metodo main il cui parametro String args[] salva nell’array args eventuali stringhe digitate dall’utente. Il metodo main dev’essere il primo da eseguire.
System.out.println("Ciao mondo");/ stampa a video un testo, il valore di una variabile o il risultato che ritorna un metodo, seguito da un ritorno a capo
Per eseguire più stampe è possibile mettere queste istruzioni una dopo l'altra
System.out.println("uno");
System.out.println("due");
System.out.println("tre");

Il listato precedente stampa Ciao mondo, ma non sfrutta il modello OOP. Per ottenere lo stesso risultato attraverso una codice orientato agli oggetti:
public class Msg {
private String toPrint;
public Msg(String print) {
this.toPrint = print;
}
public void print() {
System.out.println(this.toPrint);
}
public static void main(String args[]) {
Msg ciaoMondo = new Msg("Ciao Mondo");
ciaoMondo.print();
}
}

Senza addentrarci nel codice, perché dovrei utilizzare questa seconda sintassi OOP più lunga? In quanto è possibile cambiare totalmente il comportamento del programma con modifiche localizzate e perché il listato può resistere a esigenze impreviste di implementazione.


Se desideri approfondire Java (o C C++), anche con la programmazione orientata agli oggetti (OOP) e allenarti con esercizi (e soluzioni), ti consiglio...

Fondamenti di Java Teoria e pratica

Versioni cartacea e digitale aggiornate a Febbraio 2023 - 303 pagine
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Questo manuale fornisce le basi per diventare un programmatore Java. Lo fa senza appesantire troppo la teoria, che comunque tratterà dei costrutti fondamentali di questo linguaggio, ma attraverso molti codici commentati in italiano. Verrà introdotta anche la programmazione a oggetti (OOP Object Oriented Programming). Un testo ricco di contenuti ed esempi, utile ai neofiti della programmazione. Il manuale contiene il link per scaricare tutti i codici Java, e relativi commenti, degli esempi proposti.


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